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LUOGHI COMUNI DA SFATARE

Sono tanti i luoghi comuni sui corsi di difesa personale. Alcuni li ritengono inutili, inefficaci soprattutto quando l’aggressore è più forte fisicamente. Altri li idolatrano, osannando le tecniche e portando ad un’illusoria sensazione di sicurezza. Luoghi comuni che devono essere sfatati:

“non ti puoi difendere se lui è più grosso di te”
Ci sono casi e casi, aggressori e aggressori. Il gap psico-fisico tra uomo e donna può essere colmato. I punti ‘deboli’ possono diventare quelli forti, sfruttando il corpo e la forza dell’avversario, colpendo i suoi punti deboli (quelli non allenabili, i più delicati, o le leve del corpo). Ma prima di questo, si può cercare di ‘capire’ e prevenire cosa sta succedendo.

“basta un corso di autodifesa per salvarti”
Non si deve mai sottovalutare un pericolo. Né si deve mai sentirsi onnipotenti. Aver appreso alcune tecniche non basta. Un corso di difesa non è una panacea, né una magia. Non rende invulnerabili: al contrario, rende coscienti della vulnerabilità propria e di quella altrui e così fa sì che si possa individuare un pericolo e reagire. Insegna l’atteggiamento giusto: essere pronti a rispondere, ma non provocare; evitare lo scontro e capire immediatamente le situazioni.


PIANI DI DIFESA

La realtà è complessa e variegata e per evitare di cedere al panico è necessario avere un ‘piano’ da seguire, o per lo meno delle linee guida. Ecco di seguito alcuni possibili piani di difesa:

Piano A - Prevenzione.

Non c’è bisogno di esporsi volontariamente al rischio di uno scontro. La prima difesa, quella migliore, è la prevenzione di un attacco.
Se si previene un’aggressione ci si garantisce la salvezza almeno per il 90% delle probabilità. Bisogna dunque cercare di stare lontano dal pericolo. Si può prevenire quando si ha una capacità di osservazione della realtà, si posseggono gli strumenti per analizzare i problemi, e di conseguenza si attuano i comportamenti adeguati al contesto in cui ci si trova.

Piano B – Armi?

L’argomento dell’uso di armi per autodifesa è complesso per tre ordini di motivi:
a) andare in giro armati è quasi sempre illegale

b) l’uso di un’arma alza il livello dello scontro esponendo a reazioni ancora più violente da parte dell’aggressore

c) non basta avere un’arma, bisogna saperla usare con efficacia, e per farlo serve molta preparazione tecnica e psicologica.

Per entrare più nel dettaglio:

-          è sconsigliato l’uso di coltelli, taglierini e simili, che sono proibiti dalla legge (salvo alcuni sporadici casi) e presuppongono una notevole abilità tecnica e una certa determinazione aggressiva.

-          ancora più sconsigliato è l’uso delle armi da fuoco, che in più hanno il problema del trasporto e della manutenzione.

-          Efficaci e di poco ingombro sarebbero i bastoni estensibili, dei bastoni realizzati in acciaio e costituiti da segmenti telescopici concentrici (circa 25 cm chiusi, oltre 50 cm estesi), che possono essere estratti dalla borsetta ed estesi alla massima lunghezza con un unico gesto, diventando da quel momento una micidiale verga che può essere menata alla cieca rompendo teste e braccia. Si tratta però di armi vere e proprie, per le quali è necessario un porto d’armi difficilmente rilasciato dalla questura.

L'unica alternativa pratica e legalmente utilizzabile, ad oggi, è rappresentata dalle cosiddette bombolette spray (che devono rispettare le norme imposte dalla Polizia di Stato, si veda link http://www.poliziadistato.it/articolo/view/11279/). Il loro utilizzo prevede che si spruzzi in faccia all'avversario il contenuto della bomboletta, in modo da accecarlo temporaneamente e poter fuggire. Sono facili da usare e trasportare, accecano da 10 a 30 minuti, senza lasciare alcuna conseguenza permanente su chi viene colpito (nemmeno sui vestiti), si può colpire fino a 4 metri di distanza, e neutralizzare anche più aggressori con più spruzzi, efficaci anche contro animali feroci (cani aggressivi compresi), costo accessibile a tutti. Hanno alcune controindicazioni: bisogna fare attenzione a non usarle controvento (per non rischiare di essere accecati dal prodotto) né in ambienti chiusi. Chiaramente, come per ogni arma, non si può improvvisarne l'utilizzo. Occorre prendere dimestichezza con il gesto di estrarre velocemente lo strumento, puntarlo ed erogare lo spruzzo, senza farsi prendere dal panico nel momento in cui dovesse servire.


Piano C - Difesa a mani nude

Se non rimane altra possibilità, può essere fondamentale arrivare a difendersi a mani nude, applicando le tecniche apprese. Alcuni principi base devono essere ben presenti, sempre e comunque.
In particolare, bisogna mantenere sempre l’iniziativa e non lasciare spazio all’aggressore. Ci vogliono molta rabbia e determinazione. È fondamentale non tentare attacchi singoli inefficaci, per non far inferocire l’aggressore ulteriormente. Se si inizia a colpire, bisogna stendere l’avversario e poter fuggire in sicurezza.
Se si attacca è per difendere la propria vita o quella dei propri cari. Se non è questo il caso, non è affatto consigliabile colpire. Solo se è fallito ogni altro tentativo, allora si attacca e con un unico obiettivo: mettere ko l'avversario, colpire in modo inaspettato, con tutta la forza e mirando ad un punto debole e vitale, e continuare a colpire con tutto quello che avete: pugni, calci, morsi, testate, gomiti, ginocchia, ditate negli occhi. Importante è anche urlare con tutto il fiato: dà forza ai colpi e distrae l’avversario disorientandolo, in più attira l’attenzione dei passanti. Bisogna continuare a lottare e interrompere l’attacco solo se l'avversario cade o si volta per fuggire. E a quel punto, in sicurezza, si potrà scappare.


PERCHÉ FREQUENTARE IL CORSO

Per essere in grado di difendersi occorre essere pronti. Questo corso garantisce una particolare attenzione alla dimensione psicologica, e non solo a quella tecnica. 

Prevenzione: insegna a vedere le situazioni, a cogliere i segnali, a evitare lo scontro;

Addestramento e non allenamento: non ci si concentra solo sulla preparazione fisica con l’allenamento, ma piuttosto ci si prepara a un eventuale evento con un vero e proprio addestramento psico-fisico;

Attenzione alla realtà: le tecniche scelte e le situazioni simulate sono tutte vicine a quello che potrebbe essere uno scontro reale.